intro
Gente, sono davvero soddisfatto e felice.
Alphio è un mio amico, mio lettore ed anche lui scrive.
Ci siamo conosciuti su It.Arti.Scrivere e la nostra amicizia è proseguita qui, sulla piattaforma di Typepad.
Lui è più maturo di me (sia mai che dica vecchio, mi accopperebbe), quindi sia per questo motivo che per affinità elettiva e rispetto, da un po' lo chiamo "ziastro" (forse influenzato da reminiscenze disneyane, nella fattispecie da come Paperino chiami "ziastro" Paperon De Paperoni).
Giorni fa, in una e-mail, mi ha definito un "cuore di tenebra conradiano", con questo facendomi compiacere come un ebete per un'intera giornata (e, dal momento che chi mi conosce sa quanto rigido sia nel non farlo mai, capirete come questo sia stato un notevole scostamento dall'understatement che metto in atto come se fosse una prescrizione filosofico-ideologica).
Però lo ziastro non si limita alle lusinghe: spesso mi cazzìa perché mi trova bravo nella narrazione in terza persona ma un po' una chiavica nei dialoghi.
In ogni modo, anche se Karma è per lo più narrazione in terza persona, mi ha fatto un bellissimo regalo: lo ha"re-interpretato".
Dato che non è nella mia indole minimizzare il talento altrui, non potevo non pubblicare quel che è incredibilmente venuto fuori dalla commistione del suo estro col mio, riconoscendogli i dovuti meriti.
Ordunque, bando alle ciance: chi ha voglia, si legga prima "Karma" e poi "Karma_Reloaded" e, magari, si titilli il cervello a cercare le differenze tra le due versioni; chi invece è impaziente e dei giochetti da scribacchino pipparolo se ne impipa, può benissimo leggersi solo "Karma_Reloaded"...
In fondo è meglio l'upgrade dell'originale che l'originale stesso.
Karma Reloaded
-“Dani’el: ‘Dio ha giudicato’ ”- pensa Daniele, quello è l’etimo del suo nome. L’ha appena scoperto.
-“Ha giudicato ed ha trovato colpevole, mi sa”- aggiunge ad alta voce.
Sta a letto, fisicamente in forma, e ciò è non poco strano rispetto alla regola della sua vita.
È mentalmente che si sente frollato.
-"Trecento euro e sarà una giornata magnifica", pensa.
In effetti, deve previamente verificare la sua disponibilità finanziaria; poi, solo nel caso in cui sul suo conto ci siano almeno un paio di centinaia di euro, potrà abbandonarsi al peccato.
-"E ammettiamolo"- si dice -"la paura degli interessi passivi ci mette del suo."
Allunga la mano verso il cordless, controlla che la batteria sia carica e digita il numero della 'Stocax Bank.
Così l'ha ribattezzata, perché ha sempre l’impressione di prendersela dove il sole raramente arriva, tutte le volte che ci ha a che fare.
Attende.
Dopo qualche secondo, all'altro capo, un risponditore automatico zelante all'esasperazione, risponde: “Benvenuto in ‘Stocax. Se sta accedendo tramite Internet, clicchi sul bottone rosso denominato Aiuto. Se sta chiamando da un telefono a tastiera, la preghiamo di digitare due volte il tasto asterisco. Se sta chiamando da un telefono a disco, la preghiamo di attendere in linea. La procedura è guidata e le fornisce in tempo reale i codici accesso di cui ha bisogno."
Paziente e deciso Daniele digita due volte il tasto asterisco.
Attimo di silenzio all'altro capo e l'ansia che tira fuori il suo primo stelo da questo lato della linea.
-"Per Ordini di Borsa digiti 1. Per Servizi di Banking digiti 2. Per Assistenza Tecnica digiti 3".
Docilmente il dito preme il 2.
-"Il servizio non e' momentaneamente disponibile. Potra' riprovare piu' tardi o avere assistenza diretta accedendo al servizio dalla pagina iniziale. Per tornare alla pagina iniziale digiti #. Per terminare la chiamata riagganciare."
L'ansia adesso e' un vivace virgulto che brama di lanciarsi verso il cielo.
-"Premiamo sto' cazzo di cancelletto!", urla.
(Beeeeeeep!)
-“Benvenuto in 'Stocax. Se sta accedendo tramite Internet, clicchi sul bottone rosso denominato Aiuto. Se sta chiamando da un telefono a tastiera, la preghiamo di digitare due volte il tasto asterisco. Se sta chiamando da un telefono a disco, la preghiamo di attendere in linea. La procedura è guidata e le fornisce in tempo reale i codici accesso di cui ha bisogno."
Rabbioso il dito va sull'asterisco. Due colpi secchi.
-"Per Ordini di Borsa digiti 1. Per Servizi di Banking digiti 2. Per Assistenza Tecnica digiti 3".
-"E vai con il 3!", urla di nuovo.
(Beeeeeeep!)
-“Benvenuto in ‘Stocax. Se sta accedendo tramite Internet, clicchi sul bottone rosso denominato Aiuto. Se sta chiamando da un telefono a tastiera, la preghiamo di digitare due volte il tasto asterisco. Se sta chiamando da un telefono a disco, la preghiamo di attendere in linea. La procedura è guidata e le fornisce in tempo reale i codici accesso di cui ha bisogno."
Un porco maledetto loop! Sono sei giorni che non riesce ad accedere al suo conto corrente on line, poiché stanno ristrutturando in modo radicale il sito della banca e sono sei giorni che chiama l’assistenza tecnica e non cava un ragno dal buco.
Sei!
Il sei è un numero circolare, col quale Daniele da una decina d’anni ha un pessimo rapporto.
Sei giorni che ripete la medesima trafila. E a proposito di circolarità, è proprio da (rapido conto mentale) sei giorni che ragiona con il Signor Fortunato, ex-Allievo Ufficiale di Complemento come lui, sull’'Eterno Ritorno', così come l’ha definito il baffuto di Roecken.
Daniele chiude la comunicazione rabbioso e, senza soluzione di continuità, ricompone il numero.
-“Benvenuto in 'Stocax. Se sta accedendo tramite Internet, clicchi sul bottone rosso denominato Aiuto. Se sta chiamando da un telefono a tastiera..."
Spasmodicamente ri-digita le sequenze di tasti (che naturalmente non vengono accettate se non dopo aver sentito i messaggi acustici, ma in quel momento non è in grado di capirlo).
-“Mi volete proprio fare impazzire, bastardi”- urla roteando gli occhi, come se fosse osservato. -“Maledetta sia la divinità che si prende gioco di me!”- pensa rancoroso e serissimo. Non solo sono sei giorni che gli fanno sprecare tempo, ora vogliono pure infilarlo in una situazione del cazzo, di quelle da fantascienza, dove il malcapitato di turno si trova incastrato in una curva temporale chiusa!
Sempre a fare le stesse cose, come un coatto o un topo da laboratorio!
Rivivere la propria vita, ma senza alcuna originalità; solo ripetendo all’infinito gli stessi gesti, e, soprattutto e tristemente, subendo gli stessi maledetti e torturatori scazzi.
Trema, al pensiero: come farà oggi ad abbracciare 'la petite mort'?
La disponibilità della carta di credito è finita da giorni e, se sul suo conto corrente non ci sarà un cazzo, come farà ad acquistare?
Quando riuscirà ad accedere al suo conto?
L'ANSIA adesso e' cresciuta a dimensioni di antica quercia e in suoi rami sono mutati in tentacoli terminanti in bocche di pianta carnivora. Sbatte con forza il cordless sul suo supporto.
Il ricordo va al momento, non rammenta più quando, la discussione con il Signor Fortunato è caduta sull’Eterno Ritornare proprio del Samsara.
Il nulla.
Daniele teme che, per lui, la possibilità di giungere al non essere non esista; il constatarlo come cosa vera lo spinge ad abbandonarsi ad un accesso di risa sgangherato. La risata sfocia in un pianto da fanciullo nell’arco di pochi secondi. Un pianto sommesso, ma doloroso da spaccare il cuore: lui, a differenza di molti suoi simili, non vuole l’eternità, vuole un riposo oscuro come la pece.
Strane bestie, le conversazioni, considera con distratta deferenza Daniele (visto il suo stato mentale, è tanto che, semplicemente, riesca a pensare con coerenza).
Nascono, si sviluppano e si diramano come creature dispettose dotate di vita propria, intersecandosi con precedenti conversazioni e, talvolta, facendoti pensare che la sincronicità sia un fenomeno duro e concreto come una murata di mattoni.
Poco prima che la discussione in questione finisse sul concetto della 'metempsicosi' e del 'raggiungimento della beatitudine del non essere', stava meditando sulla possibilità di stare rivivendo la stessa vita da un tempo indefinito.
E così è andato in angoscia. La depressione, derivante dal dubbio di stare ripetendo la medesima vita da un tempo infinito, è un mostro orrendo, e, congiuntamente agli altri mostri che ogni giorno affronta, lo sta per spingere ad assecondare le sue stesse voglie.
Solo che ancora non vuole accettarlo.
La sua mente tace per due minuti. Riesce a non pensare a niente.
Il nulla.
Poi si ri-attiva, uso robot che abbia ricevuto una scossa elettrica su per il suo elettronico culo: cazzo, non può mica scendere in strada e buttarsi in pista senza avere la certezza matematica di potersi sbomballare!
Bancari bastardi, riflette.
Certo, se sono furbi come immagina che siano, hanno diviso i clienti in base al saldo, per cui la probabilità di riuscire a verificare via internet quale sia il suo saldo è quasi nulla. Inoltre, non è da escludere l’eventualità che suddividano la clientela con dei codici di pericolosità e, considerato l’uso quantomeno bizzarro che Daniele fa della sua carta di credito (e, da che ha esaurito il plafond di quest’ultima, del suo Bancomat), di sicuro non avrà un "codice di pericolosità zero".
Rimugina, rimugina e rimugina... E si dice: ma poi, avrà davvero tutta questa importanza riuscire ad accedere al mio conto, considerando che il mio saldo è patologicamente e sistematicamente vicino allo zero assoluto e, se proprio voglio, posso sempre darmi alla mia pusher?
Eppure, c’è qualcosa che non gli torna o che non vuole digerire.
Non se la starà raccontando?
Sarà davvero così facile come si sta dicendo?
Una telefonata, un appuntamento, un pompino, uno schizzo nel vuoto o un ingoio (a seconda, sembra, del di lei umore), una busta e via, più pimpanti che mai?
Per quanto sia analitico, alle volte s’è ingannato con tale maestria da impiegarci giorni a prenderne atto (alle volte mesi, in verità, ma non ci può mica soffermare su certe cosine, no?).
Betta, la sua attuale e più assidua pusher, non è così bella, ma, per fare sesso, è ok.
Il problema è che l’ultima volta che sono stati assieme gli ha dato della puttana.
Lei ha dato della puttana a lui. Scherzava, ma gli ha dato della puttana.
E, Daniele, per quanto smozzicato ed eroso, crede di avere ancora un filo di orgoglio.
Mentre pensa tutto questo le orecchie gli fischiano e ronzano assieme.
Sa che questo è quanto gli capita quando ha degli attacchi di paranoia cieca, ma non può e non vuole farci un cazzo.
Si scuote, richiama.
Digita.
Alla terza o quarta telefonata e all'ennesima pressione sul 2... voilà: “Benvenuto al Servizio Clienti di 'Stocax, The New Bank. Siamo spiacenti, il collegamento con l’elaboratore centrale non è disponibile. Sarà nostra cura ripristinarlo non appena possibile. La sua chiamata è stata inoltrata ad un nostro operatore”.
Al primo tentativo di inoltro il telefono squilla libero per un minuto buono, ma non ottiene risposta alcuna.
Al secondo non accade niente, di nuovo: la sua chiamata si dissolve nell’etere dell'albero di fonìa, tra scelte impossibili da ricordare, andando a morire nel limbo delle telefonate perdute ai call-center.
-“Se non altro però, sono uscito dal loop...”- pensa, e prende a sghignazzare fuor di controllo. Non ha ancora finito di ridere che un rumore tremendo gli scoppia nelle orecchie.
Non capisce se è stata un’implosione mentale o se si è trattato di un fenomeno oggettivo, ma, in ogni maniera, si dice, “non ho tempo da perdere”, e, così, con la nonchalance che sempre riesce a sfoggiare quando vuole ignorare qualcosa di proposito, accantona l’evento come se non fosse nemmeno mai successo.
Improvvisamente una morbida voce di femminile risuona nell'apparecchio.
-"Buongiorno, sono Alessia. Come possa aiutarLa?"-
-"Cazzo Alessia, sei vera o sei una registrazione anche Tu?"- Daniele non riesce a trattenere le parole, trascinate dalla sua sorpresa.
Una lievissima risatina, subito trattenuta.
-"No signore, sono l'operatrice 666 del servizio assistenza Clienti, ma mi chiami pure Alessia. Come posso esserLe utile?"-
E per i seguenti minuti Alessia si dedica a lui con Arte Sapiente, Senso della Psicologia, Pazienza Materna e Talento da Telefono Erotico. Con voce promettente quasi gli fa sperare che i suoi problemi potranno essere risolti con quella chiamata.
Poi, inevitabile – cazzo, se qualcosa potrà andar male, ci andrà - la doccia fredda!
-"Signore, purtroppo non posso avere il collegamento con l’elaboratore centrale alla banca dati. Provi a contattare direttamente l'Assistenza tecnica, le do' il numero..."-
Daniele chiama così l’Assistenza Tecnica, ma, al primo tentativo, prende la linea e questa cade all’istante (dandogli la nettissima impressione che, l’operatore dall’altra parte del cavo abbia interrotto la conversazione ancor prima di iniziarla).
Al secondo tentativo il telefono squilla per due minuti buoni, ma non ottiene nessuna risposta.
Al terzo una musichetta d'attesa gli flagella le orecchie per cinque minuti abbondanti e lo costringe a tornare alle sue paranoie per ingannare la noia. Gli viene in mente, in modo inaspettato, l’orrido, pacchiano ed esorbitante orecchino a cerchio che Betta aveva addosso una settimana fa. Quell’orecchino era così grande che s’era immaginato a infilarci la mano serrata dentro, come in un immaginario fist fucking. Non solo. In realtà, in un impeto di schifo verso sé stesso, rammenta che aveva pensato di cominciare col ficcarle il pugno nell’orecchino, come in un canestro, aprire la mano, agguantarle l’orecchio, e... e strapparglielo.
Aveva pensato di staccarle un orecchio, e buttarglielo per terra davanti agli occhi, come se fosse stato immondizia.
Più per odio verso sé stesso che verso di lei, ma questo non aveva fatto la differenza: quando quel frutto marcio del male era esploso, poco c’era mancato che vomitasse. Non sa bene neanche lui perché, ma associa questi fenomeni all’idea della Morte, ma non 'la petite mort' dei sensi, la Morte, che vorrebbe ontologicamente definita (il non esserci della morte ontologica implica impossibilita' di sostituzione; lui teme un inferno di cicli ugualmente ed infinitamente ripetuti e l'idea non gli piace manco un cazzo).
La Morte: è una settimana che si dice che ogni uomo che voglia essere degno di questo nome deve accettarla come parte integrante della vita.
Ma lui non ci riesce. Anzi, riesce solo a provare un panico cupo e stancante.
Tutti coloro che nascono prima o poi muoiono: lo sa, l’ha sempre saputo, da quando ha cominciato a ragionare, ma c’era stato un periodo della sua vita in cui aveva funzionato come se fosse stato immortale.
Ora però sentiva che quel periodo era andato, cancellato.
Non solo: per dirla tutta, quella stagione della sua vita era così sepolta da sembrare non essere nemmeno mai esistita.
Un nuovo deja vù gli toglie il fiato.
-“È come se”- pensa -“le ricorsività aumentassero perché sto per crepare... Mi sto avvicinando alla fine, ecco perché è tutto così ripetitivo e ossessivo...”-
Risbatte il telefono sul supporto e lo rialza. Compone il numero di Betta.
Uno squillo, poi due...
-"Cazzo, rispondi. Dài, che per oggi le chiamate inutili bastano".
Rumore di sgancio e disturbi di fondo.
-"Bet? Pronto Bet? Pronto!?!"-
-"Pvo... Pvonto?"
Sì, è la sua voce, ma è stranissima.
-"Ciao Bet, sono Daniele... Com’è? ”- le dice fingendo un entusiasmo che non prova affatto.
-“Daniele... Daniele?!?"-
-“Sì, sono Daniele, piccola, com’è?"
“È il caso che le dica chi cazzo sono, ogni porca volta?”- rimugina, e, poi, pensando alla libertinaggine di Betta, al suo mestiere di spacciatrice di droghe pesanti e al fatto che nove volte su dieci è fatta come una pigna, comprende che si, lo è, eccome.
-"Daniele!!! Oddio! Scappa! Sta venendo da te! È PAZZO! Mi ha quasi ammazzata di botte! Volevo solo farlo incazzare, ma sta venendo da te! È PARTITO DA MEZZ’ORA!”- gli grida Betta con un tono che non sembra nemmeno il suo.
-"Aspetta Bet, sta venendo chi?"- ma gia' sa chi.
Lei che, obbligata dall’etichetta della pusher raffinata e noncurante, è sempre così cool, così pacata, così vedopattola, adesso non solo sembra una pazza sotto tortura, pare che in bocca abbia mezz'etto di sugna.
Daniele non ribatte, ma pensa, con la sua solita analiticità: "Se sta parlando così, è perché deve avere le labbra gonfie e spaccate".
-"Assan! Scappa. Ha preso la pistola!"-
Daniele butta solo giù il telefono così veloce da dare l'impressione da avere avuto uno spasmo involontario e con una tale foga che la basetta del cordless esplode definitivamente.
Mezz’ora? Come mezz’ora?
Perché quella vacca imbecille e scervellata non l’ha avvertito prima?
Il citofono sta per suonare, se lo sente.
Respira a fondo e si alza dal letto.
Si guarda braccia, mani e corpo, contempla la propria stanza e le impressioni di dejà vu si fanno così intense, veloci e insistenti da dargli il nettissimo ed incoercibile sentore di stare vivendo le stesse sensazioni ed emozioni due, tre, cento, mille, dicecimila volte, in un osceno e devastante riverbero tattile, visivo, olfattivo, uditivo e sonoro.
E qui comprende.
Senza sorpresa, come chi abbia semplicemente avuto conferma di una cosa che, in fondo, sa da sempre.
-“Donne, che strane e complicate creature”- si dice un’ultima volta.
Non che questo importi più, ormai: troie, maledette, insane, odiose, dolci, beneamate, adorabili, profumate, morbide, indispensabili o inutili che fossero, sarebbero ritornate.
Come tutto il resto. Che cazzo, ragiona, meglio 1 googleplex di inconsapevoli giri sulla "giostra dell'infinito" che un solo giro sul "calcinculo"...
La sostanza che gli veniva regalata era, realizza solo ora, ovviamente, proprieta' di Assan: Betta era solo la venditrice finale.
Scende le scale con calma affettata.
Non gli sono mai piaciute le teatralità, ma checccazzo, che soddisfazione si sta per prendere!
Apre il portone, lo vede attraversare la strada con una pistola gigantesca nella mano sinistra e gli grida: “UN GRAMMO PER OGNI POMPINO, PEZZO DI MERDA!”
Sente tre botti e tre pugni sul petto, senza che nessun pugno l'abbia toccato... Lentamente s'appoggia sulle ginocchia, le braccia cadenti verso terra...
-"Strano, nei film si vede il lampo delle pistole, io invece non ho visto un cazzo", vorrebbe dire, ma non ha fiato.
Poi il buio e non ha ancora finito di cadere che un rumore tremendo gli scoppia nelle orecchie.
Non capisce se è stata un’implosione mentale o se si è trattato di un fenomeno oggettivo...
Poi sente la voce di Alessia.
-"Benvenuto nel Servizio accoglienza dell'Aldila'. Se pensa di essere senza peccati prema il tasto 1. Se e' un peccatore standard prema il tasto 2. Se pensa di doversi far perdonare qualcosa, prema il tasto 3. Se pensa..."-
FINE?
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