Allora, premessa: ho un amico (per l'esattezza, si tratta di un ragazzo con cui feci il servizio civile) che, con una certa frequenza, anche se senza una costanza regolare, mi invia "pillole" e citazioni varie, che, ci scommetto, diligentemente riporta a mano (e lo dico perché questo ragazzo, Max, che qui ringrazio, non è tipo da "copia & incolla")...
In ogni modo, Max ha gusti diversissimi dai miei: legge sempre e comunque cose impegnatissime (almeno così deduco, considerando le citazioni che mi invia), mentre, essendo io un 35-enne di intelligenza discreta che si infervora per delle cazzate, anche se apprezzo l'impegno, finisco inevitabilmente col preferire le commistioni tra "sacro" e "profano" (tipo, in uno stesso viaggio in autobus, o in una qualsiasi "session di lettura", posso tranquillamente passare dalla cosmologia di un Singh ai deliri fantasticamente trash di un Lansdale).
In somma, in buona sostanza: anche se la citazione sradicata da ogni contesto non mi è mai piaciuta particolarmente, voglio qui inaugurare una nuova rubrica (che, magari, comincerà e finirà con e in questo post) perché l'ultima frase che il buon Max mi ha inviato mi ha fatto - piacevolmente, si intende - accapponare la pelle.
Non so, sarà perché mi fa pensare ad un Dio che ama i suoi figli e le loro creazioni, o sarà perché, all'opposto, non chiedetemi perché (per il semplice motivo che non lo so nemmeno io) mi fa pensare a Lovercraft, e a divinità che possono essere, se offese, infinitamente maligne, fatto sta che non potevo esimermi dal creare un post per questo frammento di poesia:
[...]
In the elder days of Art,
Builders wrought with greatest care
Each minute and unseen part;
For the Gods see everywhere.
(H. W. Longfellow, "The Builders")
Nei remoti tempi dell'arte,
I costruttori cesellavano con massimo riguardo
Ogni minima e non vista parte;
Perché gli dei ovunque posano lo sguardo.
Allora, non è semplicemente da brivido?
Bye,
Davide.
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