In questi giorni, telegiornali e quotidiani nazionali hanno dato notizia della probabile apertura, in Torino, di una "narcosala" sperimentale.
La cosa mi ha colpito profondamente, e mi è sembrata un passo decisamente anomalo - anche se intrapreso da una giunta di sinistra - specie considerando i tempi che corrono.
Prima di approfondire la questione, ovvero fino ad oggi, ero favorevole alla questione, e i motivi li potete trovare qui:
http://asmodeo.typepad.com/correnti_alternative/2006/09/fallimento_coll.html#comments
Ma poi...
Poi, che viene fuori?
Che pare vogliano allestire delle sale in cui i tossicomani potranno sì assumere cocaina, eroina o altro in presenza di operatori sanitari, ma che la sostanza NON verrà fornita dagli stessi (o da qualsiasi altra struttura sanitaria pubblica). In pratica, la problematica più grossa di ogni tossicomane, ovvero il procurarsi la sostanza, non viene risolta.
Come se ciò non bastasse, la frequentazione di questi ambienti sarà possibile solo a patto che gli "utenti" si impegnino a seguire un percorso di disintossicazione.
Ora, non per fare l'esperto o lo sputasentenze, ma che utilità dovrebbero avere delle strutture siffatte?
E perché AN (vabbe', si parla di gente di estrema (?) destra, quindi qualcosa di vagamente prevenuto nei confronti delle droghe in loro c'è già), e, nella fattispecie Maurizio Gasparri, si mette a farneticare facendo asserzioni come "Chiamparino: Sindaco spacciatore"?
Ma de che?
Non è forse loro chiaro che qui non verrà somministrata sostanza alcuna?
Che si spaccia?
Spazi in cui farsi?
Ah, bella cosa...
Utile, sopratutto!
E poi, possibile davvero che ancora non si sia capito che obbligare un tossicodipendente (o, magari, un poli-tossicodipendente) a disintossicarsi è quanto di più inutile possa proporsi, e che, anzi, non esiste migliore maniera per fare allontanare un "appartentente alla categoria" da tali strutture se non imponendogli vincoli terapeutici?
A mio parere, quando si prenderà atto del fatto che la tossicodipendenza è una Malattia e che va trattata come tale (senza pregiudizi morali, politici o prese di posizione aprioristiche e ascientifiche), come peraltro già si è fatto in paesi piu' evoluti del nostro, quali la Spagna, l'Inghilterra e la Svizzera, allora, finalmente, in materia, si potranno prendere provvedimenti sensati.
Bye,
Davide.
p.s.: l’Organizzazione Mondiale della Sanità non solo ha definito la Tossicodipendenza malattia compulsiva e recidivante, ha rilevato pure che è una malattia cronica e progressiva. In sostanza, è un male che può essere fermato, o messo in stato di remissione, ma, fondamentalmente, è giudicato incurabile (sì, mi sto auto-citando: questo è un concetto preso di peso da 'Sepolcri Imbiancati')
ciao...mi potresti spiegare più precisamente cosa sono queste narcosale non ne ho mai sentito parlare e non ho tanto ben capito...a presto baci by marlene86
Scritto da: marlene86 | 07/10/07 a 18:21
ciao Marlene!
allora, con "narcosale" si intendono ambienti in cui i tossicomani possono assumere le sostanze da cui dipendono _cronicamente_ sotto controllo medico (e il fatto che scriva "cronicamente" evidenziandolo ha un motivo, che spiegherò però dopo). di regola è lo Stato stesso che somministra le sostanze relative (eroina o cocaina, o tutte e due).
a Torino voglio portare avanti un esperimento doppiamente inutile: da un lato perché la sostanza se la devono portare i "pazienti", dall'altro perché, per potere accedere a tali strutture, i pazienti stessi devono impegnarsi in un programma di recupero.
e, credimi, ad un tossico di strada di farsi al chiuso avendo la garanzia di un controllo medico, dovendo per contro impegnarsi in una terapia di de-tossificazione, non gliene puo' frega' de meno (non è che parli per esperienza personale, intendiamoci, uso solo la logica)...
in sostanza, viene snaturato completamente il significato delle "vere" narcosale: queste, all'estero (in Spagna, Inghilterra e Olanda, ad esempio), rientrano nel piu' ampio discorso delle "politiche di riduzione del danno". pertanto, perché una narcosala possa funzionare davvero, deve intervenire alla radice... ovvero, deve fare si' che i malati di drogodipendenza non debbano piu' procurarsi la sostanza da se', la maggior parte delle volte delinquendo per poterlo fare.
e qui veniamo al discorso della "cronicità": quello che l 'opinione pubblica avversa a queste politiche non capisce, è che _non_ si accede a tali "strutture" dalla mattina alla sera...
per dirla in modo piu' chiaro, non è che una persona decida di farsi "d’emblée", si presenti in una narcosala, dica "mi vorrei fare, grazie", et voilà, te lo bombano come una cucuzza...
bisogna dimostrare, appunto, d'essere cronici, e, non solo, si deve avere aderito da anni a terapie di disintossicazione con il metadone, e si deve avere fallito nel tentativo di disintossicarsi.
il problema è che siamo un paese dove i cattolici pesano ancora molto (e poi, coerentemente, nelle comunità da loro gestite accadono abominii a sfondo omosessuale), e la destra difficilmente arriverà a concepire da un pdv scientifico tali questioni...
per le destre italiane (ma non solo), la drogodipendenza è un "vizio della volontà", e non, come l'OMS ha da anni rivelato, un problema medico...
l'unico politico italiano che in passato aveva affrontato questa questione con piglio sceintifico fu Veronesi, che, per l'appunto, è un medico (che, come tale, ragiona senza preconcetti)...
peccato che non gli abbiano dato ascolto.
ciao!
Scritto da: asmodeo | 08/10/07 a 09:24
Beh ora che ho capito cos'è penso sia un'idiozia questa narcosala...anche perchè come hai detto tu, non viene risolto il problema del tossicodipendente, cioè il come procurarsi ciò di cui ha bisogno...poi da come dici tu con tutto quell'iter che uno deve fare per entrare in questa narcosala, cosa gliene frega dell'assistenza medica? Cioè, almeno io farei così...ciao ciao baci by marlene86
Scritto da: marlene86 | 09/10/07 a 17:35
infatti, è proprio l'ultimo dei loro problemi...
e lo capisci tu che hai 16 anni!
(vero è che tu sei un'adolescente anomala, ma credo di essermi spiegato...)
ciao,
Davide.
p.s.: presto ti risponderò! scusami, ma sono di nuovo in una fase di lavoro da delirium...
Scritto da: asmodeo | 09/10/07 a 17:52
Tranquillo! So che hai le tue preoccupazioni e i tuoi impegni e da oggi sono abbastanza impegnata anch'io, poichè sono cominciate a fiume interrogazioni e verifiche...a presto baci by marlene86
Scritto da: marlene86 | 10/10/07 a 13:45
STANZE DEL CONSUMO
Per saperne di più…
Safe injection rooms o stanze del consumo: un’esperienza di riduzione del danno
Che cosa sono le stanze del consumo
Le Safe Injection Rooms (SIR) si definiscono come un servizio costituito da locali dove le
persone possono assumere droghe in maniera legale. Le SIR sono anche chiamate Drug
Consumption Rooms (DCR). Il secondo nome e’ piu’ comprensivo, poiché non tutti i
consumatori che si rivolgono a questo servizio assumono le sostanze per via iniettiva:
tuttavia, il nome piu’noto e’ Safe Injection Rooms (SIR).
Lo scopo delle SIR e’ di ridurre il danno relativo alle condizioni igieniche precarie in cui si
svolge il consumo di droghe illegali e ai rischi relativi alle sostanze acquisite sul mercato
illegale. In secondo luogo, si riduce anche il consumo nei luoghi aperti (drug scenes).
Le SIR sono servizi (o programmi) di bassa (o meglio bassissima) soglia: i consumatori
hanno a disposizioni locali igienicamente sicuri dove possono assumere la sostanza (da
loro stessi procurata ), sotto la supervisione in genere di personale infermieristico.
Che cosa non sono le stanze del consumo
I servizi chiamati Safe Injection Rooms sono cosa diversa dai trattamenti con eroina
medica. Questi ultimi sono veri e propri trattamenti, in cui la somministrazione della
sostanza e’ un elemento del trattamento, e viene erogata dal servizio stesso in dosi
prefissate e preconcordate fra paziente e servizio. Il setting dei trattamenti con eroina e’
altamente regolato, cosi’ che questi trattamenti non possono essere definiti programmi di
bassa soglia.
Inoltre, le SIR non vanno confuse con le cosiddette shooting galleries o le crack houses,
locali gestiti dagli stessi spacciatori per ragioni di profitto.
Gli obiettivi delle stanze del consumo
L’Osservatorio Europeo sulle droghe (EMCDDA o OEDT) cosi’ illustra gli obiettivi delle
stanze del consumo: .
Soprattutto nelle esperienze della Germania, a partire da quella leader di Francoforte, i
responsabili delle politiche per le tossicodipendenze sottolineano che la frequentazione
delle SIR può facilitare la presa in carico dei consumatori più destrutturati e altamente
problematici: le SIR, cioè, funzionerebbero come servizio di passaggio agli interventi a
soglia più alta e alle prestazioni di welfare.
La storia e la diffusione delle stanze del consumo
Le prime SIR furono aperte in Svizzera, a Berna, nel 1986. La spinta era allora costituita
dall’espandersi dell’ HIV/AIDS, dall’emergere delle morti droga correlate, e dal diffondersi
del fenomeno delle “scene della droga all’aperto”in un certo numero di citta’ europee.
Proprio in quel periodo, comincio’ a farsi strada l’approccio di riduzione del danno, con i
programmi di scambio siringhe, in un panorama ancora largamente dominato dai
programmi di disintossicazione e residenziali, finalizzati all’astinenza.
Fra gli anni ’80 e ’90, altre SIR furono aperte in Svizzera e si diffusero poi in Germania,
Olanda, Spagna. Agli inizi degli anni 2000, anche in Australia e Canada sono stati aperti
questi servizi.
Si calcola che nel 2003 ci fossero circa 60 SIR funzionanti in tutto il mondo. In Europa, le
SIR si stanno estendendo in Lussemburgo e Norvegia, mentre si e’ aperta la discussione
in Austria, Danimarca, Francia e Irlanda. Anche in Italia nel 2003, a Torino, dopo un
periodo di recrudescenza di morti per overdose, il responsabile di un servizio per
tossicodipendenti, d’accordo con l’utenza, dichiaro’ la disponibilità a gestire una
esperienza simile: dopo molto dibattito, il Comune di Torino non diede pero’ corso alla
cosa.
Il confronto si e’ riaperto anche in Gran Bretagna, uno dei paesi più resistenti ad indirizzi di
riforma. Infatti il rapporto dell’autorevole Home Affair’s Select Committee, una
commissione che ha al suo interno esponenti di tutti i partiti, nel 2001 concludeva:.
Lo sviluppo più interessante è certamente la diffusione delle SIR al di fuori dell’Europa, in
particolare nella Kings Cross area di Sydney, in Australia, nel 2001, e nell’East Side di
Vancouver, in Canada, nel 2003.
In Australia, il servizio e’ stato sottoposto a una rigorosa valutazione per 18 mesi, che
conferma le evidenze raccolte dalle esperienze europee.
La valutazione su base scientifica di questo servizio e’ l’elemento chiave anche del nuovo
servizio aperto in Canada. I canadesi, infatti, definiscono la SIR di Vancouver come un
“progetto pilota di ricerca scientifica di un luogo destinato all’uso iniettivo sotto
supervisione”.
Le tipologie delle stanze del consumo
Le SIR sono di diverso tipo, dai servizi tipo cliniche a quelli molto piu’ informali. A volte le
SIR fanno parte integrante dei servizi sociali gia’ esistenti (ad esempio, i servizi per i
senzatetto), altre volte sono servizi separati esclusivamente per tossicodipendenti. La gran
parte delle SIR offre anche altre prestazioni. Queste prestazioni variano da situazione a
situazione: possono includere lo scambio di siringhe, l’accesso alle prestazioni mediche
basilari, la possibilità di lavare la biancheria e di farsi una doccia, un’area destinata a caffè
e, in alcuni casi, l’accesso ad alloggiamenti di emergenza. Alcune sono solo per il
consumo per via iniettiva, in altre anche per l’assunzione per inalazione (in Olanda, ad
esempio, la maggioranza dei consumatori fumano la droga). In alcuni paesi, la spinta
principale all’apertura delle SIR e’ stata la preoccupazione per la salute dei consumatori, in
altri le problematiche di ordine pubblico. Alcune SIR si rivolgono ad un target molto
specifico di utenza (ad esempio, le prostitute), altre no.
In breve: tutte le stanze del consumo offrono un ambiente controllato per l’assunzione di
droghe illegali e mirano a ridurre i danni, ma funzionano in modo differente e con diversa
ispirazione nei vari paesi.
Gli studi di valutazione: il rapporto dell’Osservatorio Europeo sulle droghe e la
tossicodipendenza
Nel 2004, l’Osservatorio Europeo di Lisbona ha pubblicato un rapporto sulle SIR, che
riassume i dati emersi da 15 studi chiave. Ecco i principali punti emersi:
- in diverse ricerche, gli utenti identificano quali motivi importanti per l’utilizzo delle
SIR: le condizioni igieniche del consumo, la supervisione medica, e la possibilità di
ricevere interventi di pronto soccorso
- il tipico utente delle SIR ha piu’ di 30 anni e una lunga storia di uso problematico di
droga (prevalentemente eroina e/o cocaina) alle spalle, di 10 anni o superiore.
L’utenza e’ maschile (dal 70 al 90%), se si eccettuano i servizi che si rivolgono alle
prostitute.
- Un’alta percentuale di utenti sono senzatetto o comunque con una sistemazione
molto precaria. Una recente ricerca tedesca evidenzia che il 5% dell’utenza vive di
fatto per la strada. Nelle stanze del consumo di Madrid la percentuale di senzatetto
e’ del 42%, mentre nella zona di Can Tunis a Barcellona il tasso sale al 60%.
- I tassi life time di incarcerazione fra questi utenti sono alti. Gli studi svizzeri stimano
che fra il 50 e il 75% dei frequentatori delle SIR siano stati in carcere almeno una
volta, mentre in Spagna la cifra sarebbe del 38%.
- Uno studio tedesco del 2002 rivela che il 50% degli utenti SIR e’ passato per un
programma drug free, mentre il 43% ha avuto un trattamento sostitutivo. Un terzo di
tutti gli intervistati dichiara che la SIR e’ stata la via d’accesso al sistema dei servizi
per tossicodipendenti.
- Il personale delle SIR riferisce che la la maggioranza degli utenti adotta pratiche
igieniche dopo che sono state loro fornite informazioni sulle regole base di igiene
con regolarita’ per diversi mesi.
- Un’analisi condotta per il Ministero Federale della Salute tedesco arriva alla
conclusione che, in quattro citta’ tedesche, c’e’ una relazione statisticamente
significativa fra l’apertura delle SIR e la riduzione delle morti droga-correlate.
Per ricapitolare: le risposte ai principali interrogativi
Il rapporto dell’Osservatorio Europeo, sulla base dei molti studi condotti nei vari paesi,
fornisce risposte a tre interrogativi principali:
1) Riescono le SIR a raggiungere il gruppo target?
La maggioranza degli utenti sono costituiti dai consumatori più anziani provenienti dai
settori piu’ marginalizzati della popolazione (tossicodipendenti “di strada”, senzatetto,
prostitute tossicodipendenti). Un numero significativo di questi utenti non aveva mai avuto
contatti con i servizi, ma, una volta cominciato a frequentare le SIR, molti di questi sono
entrati in contatto con altri servizi per tossicodipendenti e altre prestazioni di welfare (come
programmi di scambio siringhe e ricoveri per senzatetto).
2) Qual e’ l’impatto sulla salute?
Le SIR possono essere efficaci nel raggiungere e avviare ai servizi settori di popolazione
molto marginalizzata. Insieme ai benefici derivanti da un consumo sotto supervisione e in
condizioni igieniche ottimali, gli utenti delle SIR possono avvicinarsi alle altre offerte di
bassa soglia e più in generale alla rete dei servizi per tossicodipendenti.
3) Qual e’ l’impatto sulla criminalità e sull’ordine pubblico?
Il rapporto dell’Osservatorio Europeo arriva alla conclusione che le SIR possono avere un
impatto positivo sulla comunità locale poichè diminuiscono i problemi di ordine pubblico e i
consumi nei luoghi pubblici; tuttavia, i vantaggi sono maggiori quanto più esiste un
consenso e un sostegno a questi servizi da parte della comunità locale stessa. Non ci
sono evidenze di aumento, o di diminuzione, di siringhe abbandonate dopo l’apertura delle
SIR, ne’ esistono evidenze circa un aumento della piccola criminalità droga correlata in
vicinanza delle SIR, anche se in genere esiste un po’ di piccolo spaccio nei pressi del
servizio: va pero’ notato che le SIR sono in genere collocate proprio vicino ai luoghi di
spaccio (cosi’ come le unita’ di strada sono in genere volutamente collocate fra i luoghi di
spaccio e quelli del consumo, per meglio intercettare l’utenza).
In generale, gli utenti rispettano le regole di comportamento stabilite nelle SIR (in linea col
sostanziale rispetto delle regole da parte dell’utenza degli altri servizi di bassa soglia).
Conclusioni
Ci sono evidenze che le “stanze del consumo” possano rappresentare un modo efficace di
ridurre i danni droga correlati, come segmento integrato alla rete dei servizi e come parte
di un approccio olistico alle politiche antidroga. A tal fine, e’ importante che abbiano il
sostegno delle principali agenzie sul territorio, della comunità locale, e, in ultimo, ma non
meno importante, del gruppo dei consumatori.
Se si da’ ai consumatori problematici la possibilità di usare la droga in un ambiente
protetto e sicuro, ci sarà una diminuzione del consumo all’aperto e in condizioni di rischio
per la salute. Le evidenze scientifiche finora raccolte confermano questo assunto.
STANZE DEL CONSUMO
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Orsi M. Zuffa G. (2006) Le stanze del consumo, CESDA-Fuoriluogo, in www.cesda.net
Scritto da: Alessandro Orsi | 18/12/07 a 17:35
Intervento utile e fondamentale, grazie!
Ciao,
Davide.
Scritto da: asmodeo | 20/12/07 a 13:57