Alle volte, la vita è strana.
"The Naked Lunch", "Il Pasto Nudo", è un libro cui mi avvicinai quando, ancora, ero giovane e sans souci.
Forse proprio perché ero spensierato ed alieno al mondo Di Burroughs non lo capii (o ne capii poco, o meglio ancora, ne capii solo alcuni frammenti)...
Comunque, dicevo, la vita è strana: ho conosciuto - virtualmente - una giovane e brillante ragazza che, per caso, mi ci ha rifatto pensare...
Di più, mi ha fatto desiderare nuovamente di leggerlo, e così ho fatto.
Dunque, anzitutto, Marlene (la ragazza, ovviamente, sei tu, e la vita è strana perché è strano come mi hai fatto ri-avvicinare a questo libro, che altrimenti, molto probabilmente, non avrei mai più letto), grazie, e, poi, una dedica: questo post è per te.
;-)
In ogni modo, adesso che sono adulto, cinico, cattivo (si scherza(?)) e - relativamente - più esperto delle cose del mondo, l'ho capito molto di più (il che significa che, in ogni caso, del tutto non l'ho capito).
Premetterei uno "spoiler" (non nel significato della propaggine aerodinamica, ma nel senso dell’"Attenti, o Voi che leggete questo post, potrei guastarVi il gusto della lettura del libro che vado a recensire"), ma, con un libro del genere, non so fino a che punto abbia senso parlare di "anticipazioni"...
Così come ha poco senso pensare di capirlo in modo univoco, visto che una interpretazione univoca non ha.
"The Naked Lunch" è, per quanto mi concerne (e lo dico senza tema di esagerare), l'equivalente di un quadro di Bosch: ambiguo, sensuale, rutilante, barocco, folle, visivamente potente e, su tutto, intrinsecamente ineffabile.
A dirla in altri termini, il punto è che, per quanto possa sembrare atipico per un libro del 1959, "Il Pasto Nudo" non ha esattamente una trama.
E' più, per dirla con le parole dello stesso Burroughs, un insieme di sensazioni rappresentate, di pittografie telepatiche tradotte in parole, è più, in sintesi, una vaudevilliana ed agghiacciante rappresentazione del mondo così come, almeno, doveva vederlo lui.
E come vedeva il mondo Burroughs?
A dirla in parole semplici, in quanto tossicomane, Burroughs aveva l'ossessione del controllo.
Il controllo, nel suo caso, era il controllo che la droga (morfina, codeina, eroina, oppio, deidro-ossi-eroina) esercitava su di lui.
Quest'ossessione, però, in "Naked Lunch", trasla su una dimensione più ampia e diventa un fenomeno totalizzante e totalitario, divenendo ossessione nei riguardi di tirannia psicologica, razzismo nei confronti degli omosessuali, lavaggio del cervello e tecnologia completamente disumanizzata al potere.
Bisogna infatti ricordare che, quel periodo, malgrado Burroughs l'avesse trascorso tra Messico e Tangeri, era, in America, il periodo di McCarthy e Eisenhower...
Facile capire cosa potesse provare lui, omosessuale, tossicomane e, incidentalmente, uxoricida, nei confronti della sua patria di origine.
Per quanto riguarda lo stile scrittorio, essendo un libro, come dicevo, basato sull'assenza di trama, la tecnica da lui adottata (e da lui creata) è quella del "Cut-Up", che, a dirla barbaramente e in breve, è una sorta di tecnica-collage.
Il risultato è un caleidoscopio di immagini dall'apparenza folle: coiti omosessuali vissuti nel tormento, oscene gite all'interno di nosocomi psichiatrici adibiti ad edifici di tortura (mentale e fisica), orrendi e schifosi mostri omosessuali, i cosiddetti Mugwump, che si nutrono solo di dolci, mancano di fegato e secernono un ormone che viene usato come droga, descrizioni molto dettagliate di psicosi, vere o presunte (la sindrome del Latah, che è spinto ad imitare compulsivamente i gesti di coloro che ha davanti, il Bang-Utot, strano ibrido tra il sogno che uccide ed il Koro, la simopatìa, malattia consistente nel comportarsi come scimmie, indotta dall'esercito e che abbandonando l'esercito scompare) e, infine, malattie e mostruosità varie ed assortite (linfogranulomi, o il Candiru, un pesciolino raccapricciante e dentuto che si infila negli orifizi anali e/o vaginali per, poi, presumibilmente, prosperare in situ).
Quello che però emerge con più forza e incisività, nel libro in questione, è la figura del torturatore di stato.
Il più emblematico tra questi torturatori istituzionali è l'agghiacciante, cinico e abominevole Dr. Benway, che, per filosofia, preferisce torturare con la minaccia della tortura piuttosto che con la tortura vera e propria (che, comunque, pratica e fa praticare in ogni caso).
Per concludere, questo libro è, come disse Norman Mailer quando fu chiamato a testimoniare a favore di Burroguhs in uno dei tanti processi per oscenità che vennero istituiti contro di lui, "un libro sull'Inferno".
Cito le parole di Mailer stesso, perché meglio non potrei e non saprei dire:
<<"The Naked Lunch", è, per quanto mi riguarda, un semplice ritratto dell'Inferno. E' esattamente l'Inferno. Secondo la mia opinione, Burroughs - qualunque possa essere la sua intenzione conscia - è uno scrittore religioso. In "The Naked Lunch" c'è un senso di distruzione dell'anima più intenso di quello che ho trovato in qualsiasi altro romanzo moderno. E' una visione di come l'umanità agirebbe se fosse completamente separata dall'eternità. [...] Burroughs usa un vocabolario stringente e mordente e una serie di avvenimenti precisi ed orribili, una specie di humour da forca che è l’ultimo orgoglio di un uomo sconfitto, l'orgoglio che ha l'uomo sconfitto di non avere almeno perduto la sua amarezza.>>
In breve, un libro da leggere, finire e ricominciare daccapo.
Bye,
Dave.
p.s.: incidentalmente, il titolo sta ad indicare quell’attimo di sospensione in cui, come in una magia allucinatoria, vediamo ciò che ci stiamo portando alla bocca in punta ad una forchetta per quello che è. E credo che Burroughs, con questo titolo, volesse dire proprio questo: “Ecco il mondo della Tirannia moderna, capitalistica e tecnologica, psicologica e distruttiva, per ciò che veramente è, e non per come appare”.
Ciao! Che dire, sono commossa! Mi hai dedicato un post! No, sto scherzando, comunque molto bella la recensione, adesso sono curiosa di leggerlo il libro!!!:-) Comunque mi fa molto piacere leggerti così spesso, quasi un mese fa non scrivevi mai! Ciao, baci By Marlene86
Scritto da: marlene86 | 19/12/06 a 20:16
Ciao, Marlene!
Un mese fa (più due) non scrivevo quasi mai perché ero meno incasinato.
Adesso sono talmente nelle canne (in ogni senso) che, anche se lo scrivere mi porta via tempo, quanto meno, mi fa pure da valvola di sfogo...
Besitos,
Davide,
Scritto da: asmodave | 19/12/06 a 20:57
Ciao Davide! Sai che ho comprato The Naked Lunch? Lo vendevano a un prezzo basso e me lo sono regalata per Natale! Ho letto finora le prime 70 pagine, ho avuto molte difficoltà nel capirlo però, perciò lo sto leggendo molto lentamente. Ciaooo!! By Marlene86
Scritto da: marlene86 | 23/12/06 a 10:43
Auguroni di buon natale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Scritto da: Account Deleted | 24/12/06 a 17:09
Ciao Davide, ti scrivo per augurarti un felicissimo Natale a te e a tutta la tua famiglia! Un bacione!! Auguri! By Marlene86
Scritto da: marlene86 | 25/12/06 a 21:15
Ciao Marlene!
Non meravigliarti se fatichi a capire The Naked Lunch...
L'autore stesso diceva del suo libro che era un libro più di sensazioni che di trame lineari: niente di strano, dunque.
Bye,
Davide.
Scritto da: asmodave | 27/12/06 a 11:04
Ciao Davide passo di qui per farti gli auguri di un felicissimo anno nuovo, che ti riservi tante belle cose, spero che sia un anno per te fantastico! Ciao, BUON 2007!!!Baci baci By Marlene86
Scritto da: marlene86 | 30/12/06 a 17:51